Periodo:

Dal 2 all'11 gennaio - dal 5 al 14 luglio

Segni corrispondenti:

Capricorno, Cancro

Pro e contro:

Il loro punto di forza principale è la capacità di assorbire stimoli dal mondo esterno. I nativi dell'Abete sono spesso eccessivamente vulnerabili, specie quando la loro corazza esterna viene violata e diventano praticamente imprevedibili, spesso soggetti a violenti scatti di ira.

Descrizione:

L’abete è considerato fin dall’antichità un albero sacro e degno di rispetto, in quanto ai piedi di questa pianta è stato trovato dall’orsa che lo ha nutrito e allevato, Dagda, il più grande degli dei celtici, abbandonato dalla madre a causa di lotte e rivalità tra divinità. Chi è nato sotto il segno di questo albero è allo stesso tempo generoso ed egoista, sconcertando e attraendo coloro che lo frequentano; di seguito lo indichiamo con il nome dell’albero sotto il segno del quale è nato, e così d’ora in avanti per i nati sotto il segno degli altri alberi.

L’Abete, signorile e raffinato, di bellezza spesso un po’ fredda e severa, ama i viaggi e i gioielli, le luci soffuse, i mobili antichi. Dotato di un carattere molto forte e risoluto, sa risollevarsi dopo una sconfitta ed è molto resistente ai colpi che la vita può infliggergli. Apparentemente può sembrare privo di emozioni, ma si tratta solo di una corazza protettiva per non far trasparire la sua sofferenza interiore. Spesso difende l’emotività nascondendosi dietro una sorta di armatura fino a quando non trova un obiettivo da raggiungere.

Ha un forte senso di rispetto e giustizia, opponendosi con forza e coraggio alle ingiustizie presenti nell’ambiente in cui vive e si pone nei confronti degli altri con modi garbati e gentili. Dotato di spirito battagliero, l’Abete è una persona sincera e gentile, creativa ed estremamente talentuosa; è dotata, inoltre, di intelligenza eccezionale stimolata dalla curiosità. Incapace di stare fermo, sin dall’infanzia, necessita di muoversi all’aperto per poter dare libero sfogo alle proprie energie. È capace di forte abnegazione, dando tutto quello che possiede a coloro che ama; si dimostra paterno con tutti e ha un forte senso dell’ospitalità. Tuttavia, le ristrettezze della quotidianità possono essere fonte non solo di preoccupazione, ma anche di vero e proprio disagio e angoscia in quanto il suo scopo nella vita è la ricerca verso la verità e gli ideali.

Spesso recita parti positive per nascondere il proprio smarrimento di persona piena di paura, orfana e privata da ogni amore vero; chiede affetto e nello stesso tempo lo respinge incapace di riceverlo. La sua principale carenza risiede nell’incapacità di comunicare.

L’Abete ha sempre bisogno di un amico o un’amica in quanto vive male la solitudine e ha un perpetuo bisogno di essere amato. Ottimi amici possono essere i nati della Betulla, che lo fanno uscire rapidamente dal suo universo angosciante dandogli sostegno e incoraggiamento.

Anche i nati sotto l’albero del Pino possono essere ottimi amici perché parlano sempre di desiderio e di piacere facendolo sognare e stimolandone la capacità di vivere intensamente le sue amicizie. La vita sentimentale dell’Abete è resa complicata da un lato, dalla presenza di immensi bisogni, in quanto non è mai contento e vuole sempre avere di più; e dall’altra, dall’incapacità a ricevere e dalla tendenza a rinchiudersi in un guscio.

Avendo un temperamento cerebrale predilige le avventure occasionali e l’amicizia amorosa. Non esprime volentieri i propri istinti e impulsi e, di conseguenza, vive il sentimento come uno sconvolgimento emotivo della vita. Tuttavia, quando trova un partner sicuro di sé e tollerante riesce a tirare fuori la sua amabilissima natura, vivendo un rapporto di coppia pieno di delicatezza e fantasia, purché non esista alcuna forma di invadenza da parte del partner. Quando s’innamora l’Abete si lascia andare completamente, senza mettere limiti al suo amore. Buona l’intesa sentimentale con i nati della quercia che suscitano nell’Abete voglia di tenerezze; ma soprattutto è ottima anche dal lato della sessualità, quella con i nati del Pino.

Abete bianco (Abies alba Mill.)

Albero di grandi dimensioni, può raggiungere i 40-50 metri di altezza, eccezionalmente arriva a toccare i 55-60 metri. L’Abete bianco è originario delle zone montuose dell’Europa occidentale, centrale e meridionale, lo si trova dai Pirenei ai Carpazi, dalla Sassonia alla Grecia. In Italia cresce spontaneamente sull’arco alpino e sull’Appennino. Appartiene alla famiglia delle Pianaceae di cui fanno parte una cinquantina di specie.

È una “mesofila1” e “sciafila2”, tipica delle fasce montane, predilige le zone con discrete precipitazioni, elevata umidità durante l’estate e vegeta fra gli 800-2000 metri di altitudine su terreni freschi e profondi di natura calcarea. Può formare boschi puri (abetine) o boschi misti, insieme a faggio, abete rosso, pino silvestre e cerro. Le radici dell’abete inizialmente sono fittonanti e successivamente si sviluppano verticalmente radici secondarie. Presenta un fusto diritto, colonnare e privo di rami fino ad una certa altezza, rivestito da una corteccia liscia di colore grigio chiaro nelle piante giovani, rugosa e fessurata in piccole placche negli esemplari adulti. È caratterizzato da una chioma verde scuro, piramidale e slanciata, che tende ad appiattirsi con l’età. Le foglie sono aghiforme-appiattite, disposte a spirale, con apice leggermente smussato. Si distinguono gli aghi di luce e gli aghi d’ombra. Quelli d’ombra sono disposti a pettine, con la pagina superiore verde scuro, quella inferiore è bianca e cerosa, solcata da due bande stomatifere ben evidenti; gli aghi di luce hanno un portamento a spazzola e sono più corti.

Fiorisce tra maggio e giugno: gli sporofilli maschili di colore giallo-verdastro sono raggruppati nella parte inferiore del ramo dell’anno precedente; gli sporofilli femminili di colore rosso-violetto, a forma ovale, sono posizionati nella parte alta. Gli strobili3, formati dagli sporofilli femminili sono quasi cilindrici, lunghi circa 20 cm e larghi circa 5 cm, bruni a maturità. È un albero che produce melata. L’abete come tutti gli alberi dalle grandi dimensioni con chiome maestose è stato sacro per diversi popoli e culture. Nel tempo ha perso questo simbolo ed è diventato, invece, simbolo della nascita di Cristo. Ma facciamo un passo per volta. Nell’antico Egitto era considerato simbolo della natività, infatti sotto la chioma di un abete nacque il dio di Biblos. Anche in Grecia era simbolo della natività, perché era sacro alla dea Artemide, dea della luna e protettrice della nascita. Il rito consisteva nello sventolare un ramo di abete con una pigna sulla cima, intrecciato all’edera. Inoltre, in primavera veniva innalzato un abete nella piazza del mercato, e danzatori nudi percuotevano la testa di feticcio della ‘dea Madre’ per liberare lo spirito del nuovo anno. Questo rito deriva dal fatto che in greco abete bianco significa Elate, che corrisponde anche al nome della Dea della Luna nuova, detta anche Kainedes, da kainizo, che significa “rinnovare”.

Per i celti, l’abete (ailm), oltre che ad essere associato nell’alfabeto arboreo druidico alla prima lettera, era l’albero sacro dedicato alla nascita, nel giorno successivo al solstizio d’inverno del fanciullo divino. La tradizione celtica di tagliare un abete alla vigilia del solstizio e addobbarlo si è tramandata fino ai giorni nostri. Si presume che l’abete sia diventato simbolo del Natale intorno al 1800. Precedentemente, in Germania, le donne il martedì grasso venivano battute con dei rami di abete come augurio di fecondità. L’abete è una pianta forestale importante, coltivata perché il suo legno privo di canali resiniferi è ottimo per produrre segati e cellulosa. Viene impiegato anche come pianta ornamentale nei parchi e nei giardini. Comunque, oltre ad essere una pianta importante dal punto di vista selvicolturale lo è anche per la salute dell’uomo. Infatti, respirare in un’abetina l’aria balsamica aiuta a combattere la bronchite, l’asma e la sinusite. La resina estratta da aghi e gemme era impiegata per medicare le piaghe, per far calmare il mal di testa, aiutare a combattere l’osteoporosi e alleviare i dolori reumatici. Inoltre, veniva usata per fare liquori e caramelle balsamiche. Le parti dell’Abete che sono ricche di tannini, trementina, provitamina A, aggiunti nell’acqua del bagno sono ottime per inalazioni, frizioni e per liberare il corpo da tossine.

L’infuso (30-40 g di gemme in un litro d’acqua) previene i calcoli ed ha un’azione diuretica e antisettica.

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