Periodo:
dal 25 gennaio al 3 febbraio e dal 26 luglio al 4 agosto
Segni corrispondenti:
Acquario, Leone
Pro e contro:
Tramite il loro intelletto, i Cipressi amano scoprire tutto ciò che possono, mentre rincorrono la loro personale indipendenza, libertà e anche qualche disputa. In poche parole: odiano terribilmente la noia. Il loro punto debole è proprio la loro costante necessità di essere diversi, che può trasformarsi in qualcosa di compulsivo. A volte sono eccessivamente troppo ironici e sarcastici.
Descrizione:
Il Cipresso è un albero che presenta una forma affusolata simile a quella della gamba della bella indovina Rudiobos, figlia del dotto centauro Sena di cui s’innamorò Borea, il dio del Vento del Nord.
Inoltre, questa pianta cresce spesso vicino alle tombe, sfidando in questo modo, come la bella indovina divenuta immortale dopo essere stata posta dal dio Llyr nel cielo, le forze della morte.
La persona nata sotto questo albero ha un carattere estremamente intuitivo al punto di conoscere sempre tutto ciò che succede ad un livello molto sottile. Spesso chiaroveggente e capace di conoscere il destino degli altri, conduce spesso una vita difficile dal punto di vista materiale, in preda a tanti tipi di paure e sottomesso alla volontà di forze superiori. Molto resistente, attraversa l’esistenza senza mai lamentarsi, trascinandosi dietro pesanti fardelli. Ama aiutare gli altri, ma non accetta facilmente di essere aiutato. La sua vita è spesso piena di ostacoli e profondi cambiamenti sconvolgono le sue abitudini.
Fisicamente alto, slanciato, chi è nato sotto questo segno, dai lineamenti in genere non fini ma regolari, si presenta molto bene con un corpo longilineo e solido, agile e muscoloso. Il Cipresso si accontenta di poco e si adegua alle circostanze. Può vivere in qualunque situazione ed essere felice, perché gli bastano le comodità minime. La sua unica aspirazione è la sua felicità e rifugge da tutto ciò che può creargli problemi. Gli piacciono le passeggiate in campagna, gli animali, la caccia, la pesca. Di intelligenza riflessiva, posata, è portato alla meditazione. Estremamente socievole, il Cipresso rifugge la solitudine, si circonda di molti amici e mantiene sempre una piccola cerchia di persone intime che conserva per tutta la vita. Il suo benessere dipende dalla scelta giudiziosa delle persone che compongono questa cerchia. Se si tratta di persone esigenti e pretenziose, il Cipresso può sottoporsi schiavizzandosi; invece, se sceglie persone ragionevoli e prudenti, può svilupparsi aiutandosi scambievolmente. Ottimo amico può essere la persona nata sotto l’albero dell’Abete, con la quale si sente bene e che guida nei momenti di smarrimento e di indecisione. Dal punto di vista sentimentale, le persone appartenenti al cipresso hanno una natura piuttosto sensuale e si comportano da amanti spensierati e generosi.
Il Cipresso, amante della famiglia, si prende cura dei suoi figli. La sua vita sentimentale si svolge senza problemi, spesso con un partner poco conforme al suo ideale, ma al quale si affeziona e che raramente abbandona, in quanto è un abitudinario e non ama i cambiamenti.
Molto buona l’intesa con le persone appartenenti all’albero della betulla e dell’ulivo.
Cipresso (Cupressus semprevirens L.)
L’albero del cipresso può raggiungere altezze comprese tra 15-30 metri, eccezionalmente arriva a toccare i 40 metri. È originario della regione mediterranea orientale (Creta, Isole Egee, Libano, Siria, Palestina, Libia e Cipro), infatti proprio il nome del genere Cupressus deriva probabilmente da Cyprus, nome latino delle isole di Cipro. Si pensa che in Italia questo albero sia stato introdotto dai Fenici. Appartiene alla famiglia delle Cupressaceae che è costituita da circa 20 generi (compresi tuye e ginepri ascrivendone un centinaio di specie presenti sia nel vecchio che nel nuovo mondo). È una specie che si adatta bene in zone con clima tipicamente mediterraneo caratterizzate da inverni miti e piovosi, seguiti da estati calde e siccitose; resiste bene alle intemperie.
Il cipresso occupa pendii collinari e versanti montani, spingendosi fino ai 1000 metri di altitudine dal livello del mare. È una specie termofila1, xerofila2, mediamente eliofila3. Viene utilizzato per rimboschire terreni aridi, ma difficilmente forma boschi puri; generalmente si consocia con pini,querce, abeti, cedri e ginepri.
Il Cupressus sempervirens (cipresso comune, sempre maschio) è un albero sempreverde, con un lento accrescimento, ma molto longevo, che arriva a vivere in condizioni ottimali fino a 1500-2000 anni.
Le radici dapprima sono fittonanti, poi si mantengono in superficie, il fusto è densamente ramoso quasi dalla base, rivestito da una corteccia sottile, grigio-bruna, con lunghe fessure longitudinali.
La chioma è compatta, di colore verde cupo, stretta e colonnare, ma nella varietà horizzontalis largamente piramidale. I rami sono abbondanti, le foglie squamiforme e lunghe meno di 1 mm, di colore verde cupo, disposte a croce su quattro file. Fiorisce in marzo quando le infiorescenze maschili, poste all’apice dei rametti, diventano gialle e liberano il polline; quelle femminili danno origine a strobili4 grossi circa 3 cm, formati da 8-14 squame ed un breve peduncolo lungo 3-4 cm. È una specie con una capacità pollinifera quasi scarsa.
Il cipresso è una pianta che non è ben vista da tutti a causa del suo impiego lungo i viali dei cimiteri, solo in alcune regioni d’Italia viene utilizzato come pianta ornamentale lungo i viali d’accesso delle ville di campagna. È uno sbaglio considerare il cipresso come un albero di cattivo augurio, anche perché, essendo una specie sempreverde, simboleggia la fede che sopravvive dopo la morte del corpo. La tradizione di usare i cipressi lungo tombe e viali di cimitero si presume risalga alla leggenda di Ciparisso, un giovane legato da una profonda amicizia ad un cervo dotato di corna d’oro. Un bel giorno d’estate il ragazzo uccise involontariamente il suo amico animale con un giavellotto e, preso dalla disperazione, si suicidò. Morente, chiese ad Apollo, accorso in suo aiuto invano, di poter mostrare dopo la morte il lutto eterno e fu trasformato nell’albero a cui diede il nome: il cipresso. Anche nella cultura cristiana questo albero veniva associato al dolore, infatti veniva definito come l’albero che cresce vicino a chi soffre.
Si presume che la croce di Gesù Cristo sia stata costruita anche con il legno di cipresso oltre che a quello del cedro, della palma e dell’ulivo.
Come abbiamo visto in precedenza, il cipresso viene utilizzato come pianta ornamentale, ma grazie al suo legno duro e compatto, dall’odore penetrante e molto resistente a funghi e tarli, viene impiegato per realizzare mobili e infissi esterni. Le foglie contengono oli essenziali con proprietà balsamiche, infatti ai malati di bronchite, i medici dell’antica Grecia prescrivevano un soggiorno a Creta, in modo da poter respirare l’aria balsamica sotto le chiome dei cipressi.
L’alto contenuto di tannino e oli essenziali nelle foglie consentiva ai romani di preparare degli ottimi profumi. Inoltre, dall’infusione delle foglie in alcol si otteneva una lavanda detergente e cicatrizzante, con buone qualità antisettiche.
La funzione più importante è quella vasocostringente e protettiva per i capillari. Il decotto o l’infuso di tintura di cipresso veniva usato per curare flebiti e varici, invece l’essenza estratta dai giovani rami è indicata come antisettico, spasmolitico, ed è efficace per calmare la tosse.
1 Specie tipica dei climi caldi.
2 Specie che tollera prolungati periodi di aridità.
3 Specie che vegeta in condizioni di piena illuminazione.
4 Cono o pigna.