Periodo:
dal 25 giugno al 4 luglio e dal 23 dicembre al 1 gennaio
Segni corrispondenti:
Cancro, Capricorno
Pro e contro:
Uno dei punti di forza per i nati sotto il segno del Melo è la capacità di essere idealisti e allo stesso tempo molto concreti: riescono a capire gli elementi di contrasto e far fruttare le situazioni più complicate grazie alla loro creatività. Se i nativi non riescono a trovare un campo in cui sfogare le loro energie, possono trovarsi in difficoltà, allontanandosi dai loro principi e divenendo persone troppo critiche e distruttive.
Descrizione:
Il melo è un albero che, in astrologia celtica, è tradizionalmente associato all’amore, in quanto simboleggia la bellezza del seno femminile, mentre la polpa bianca del frutto ricorda l’alimento dei bambini. Le persone appartenenti a questo albero sembrano molto riservate, distanti, pudiche e inaccessibili. Non si lasciano smuovere dagli attacchi di cui sono oggetto, non sottostanno ai limiti imposti dalle convenienze, ma rimangono profondamente e sinceramente attaccati ad un ideale di alto valore etico. Estremamente suscettibile, il Melo è sprezzante per tutto ciò che non è bello, buono e pieno di amore. Profondamente generoso, è incapace di qualsiasi calcolo. Per quanto
riguarda le amicizie, i nativi del melo sono pronti a dare una mano a tutti, ma sono incapaci di esprimere le proprie esigenze. Molto buoni i rapporti di amicizia con le persone appartenenti al bagolaro, al faggio e al pioppo.
Per quanto riguarda la vita sentimentale, il Melo è amante straordinario. Non mancandogli il buon senso, può anche rassegnarsi a un matrimonio senza passione; tuttavia non rinuncerà per questo ad amare e a essere amato. Se trova il partner giusto, il rapporto che stabilisce diventa idilliaco.
La via sentimentale è spesso movimentata e variabile. Buona e affiatata l’unione con le persone appartenenti alla quercia; entrambi appassionati della voluttà sentimentali. Positiva anche l’intesa con i nativi appartenenti all’albero del pino.
Melo (Pyrus malus L.)
Per presentare un qualsiasi melo è necessario partire dal melo selvatico perché è l’antenato di tutte le varietà di melo. Questo albero può raggiungere i 5-6 metri di altezza. È originario dell’Europa e del Caucaso, infatti il suo areale si estende dalla Scandinavia e dalla Spagna, fino al Mar Caspio. Appartiene alla famiglia delle Rosaceae che annovera oltre 100 generi e circa 3200 specie.
In Italia è presente su tutto il territorio, in particolare sui terrazzi fluvioglaciali dell’alta pianura padana e sulle fasce collinari e montane e su suoli subacidi. Lo si trova lungo le siepi e nei boschetti. Si consocia con latifoglie come rovere, roverella, farnia e carpino. Per quanto concerne le sue caratteristiche autoecologiche possiamo affermare che è una specie mesofila1.
Il melo non è molto longevo, riesce a vivere massimo 80-100 anni. Possiede un fusto corto e dritto rivestito da una corteccia brunastra che si fessura in squame con l’età. Ha una chioma densa, espansa e rotondeggiante, caratterizzata da rami spinosi. Le foglie sono decidue, alterne e picciolate, ovate con apice brevemente appuntito e margine dentato. I fiori sbocciano a fine maggio e sono larghi circa 3-4 cm, con petali esternamente rosa e bianchi all’interno. Il frutto è un pomo globoso con diametro di 2-4 cm a maturazione, che avviene tra settembre e ottobre, assumendo una colorazione rossastra. Il melo è una specie mellifera dotata di ottime proprietà nettarifere.
Il frutto del Melo da sempre rappresenta il simbolo del peccato originale per l’atto commesso da Adamo ed Eva. Ovviamente quando pensiamo ad una mela la associamo a queste due figure, ma vi sono altre leggende legate a tale frutto.
Ad esempio, per i greci, era simbolo di immortalità. La mela, se tagliata trasversalmente, manifesta nei suoi semi un pentacolo, una stella a cinque punte che per la stregoneria ha sempre rappresentato un basilare quanto potente simbolo magico. Dal termine gallese Aval (inglese apple) deriva il nome della leggendaria Isola delle mele, Avallon, in cui si rifugiò Re Artù prima di liberare il suo popolo dagli invasori. Si racconta che il Mago Merlino impartiva lezioni sotto un albero di melo. Inoltre, il melo rappresenta il contatto con i mondi spirituali ed è il simbolo che rende gli uomini degni di ricevere aiuto divino e ispirazione. Un altro mito che vede la mela protagonista di episodi
spiacevoli è la leggenda che narra della distruzione della città di Troia. Tutto ebbe inizio da un concorso di bellezza tra Era, Atena e Afrodite. Fu scelto come giudice della competizione Paride, figlio del re di Troia; la gara prevedeva come trofeo una mela d’oro.
Ogni dea offrì un dono particolare al giovane, Afrodite offrì l’amore di una bellissima ragazza nata da un cigno. A questa dea il giovane assegnò la vittoria, suscitando l’ira delle altre due concorrenti, con la nefasta conseguenza per la città di Troia.
Probabilmente il detto popolare “una mela al giorno leva il medico di torno” deriva dalle leggende relative ad Alessandro Magno e alla dea Idun, i quali si erano imbattuti in mele che avevano la capacità di allungare la vita anche fino a 400 anni. Al di là delle leggende, la mela, grazie alle sue grandi quantità di vitamine, zuccheri, proteine, sali minerali, fosforo e acidi organici facilita la digestione e produce molti altri effetti benefici: funge da calmante, antisettico, diuretico,
decongestionante, antireumatico. Inoltre, la mela grattugiata è efficace per curare la diarrea dei neonati. Il decotto di mela, “acqua di mela”, con l’aggiunta di 10 g di foglie essiccate, limone, cannella e zucchero è utile per fortificare nervi e memoria. Una poltiglia di mela e zolfo cotto nel forno, applicata sulle parti malate, consente di curare la tigna e la scabbia. Oltre al frutto, anche la corteccia è utile: il suo decotto svolge un’azione astringente e febbrifuga.
1 Specie che predilige un clima temperato.